Il referendum è un “istituto di democrazia diretta” previsto dall’art. 75 della Costituzione italiana al fine di poter abrogare totalmente o parzialmente una legge o un atto avente valore di legge. Boicottarlo - al di là di esprimersi per il sì o per il no - induce il cittadino a privarsi del diritto-dovere in ordine alla possibilità, in capo ad ognuno, di incidere nella vita della nostra comunità nazionale. Per questo il GISP, nel corso delle serate su FARE LA PACE ha diffuso un volanti- no, predisposto in collaborazione con l’Unità pastorale Santa Croce-San Lazzaro, per far conoscere i 5 quesiti, sui quali gli italiani sono chiamati ad esprimersi.
Per conoscere il pensiero di Filomeno Lopes e per approfondire alcuni aspetti della sua vita e della sua attività sono proposte alcune sue significative - e recenti - opere bibliografiche:
Nella serata del 23 maggio “Cercare le affinità nelle diversità”, lo scrittore e giornalista presso Radio Vaticana Filomeno Lopes, della Guinea Bisssau, ha incentrato il suo intervento sulla parola e, attraverso una modalità interattiva e di coinvolgimento con il pubblico, ha sottolineato la necessità di assumere atteggiamenti di ascolto per favorire il dialogo interpersonale e, in senso più ampio, le buone relazioni tra i popoli.
“Le Mie Due Case: Una Storia di un bambino”
Raccontata dal Bambino più fortunato del mondo
Sai cosa c’è di più bello che crescere in un paese meraviglioso? Crescere in due paesi
meravigliosi!
Io sono metà italiano, metà marocchino. E non cambierei la mia vita per niente al mondo –
nemmeno per tutta la pizza di Napoli o tutto il tè alla menta di Marocco!
La mia vita è una grande avventura piena di colori.
In Marocco quando vado in vacanza corro nei vicoli stretti dei souk che profumano di cumino,
fiori d’arancio e pane appena sfornato. Gioco con i miei cugini e ascolto mia nonna
raccontarmi storie magiche sotto le stelle. Il Marocco è vivo – nei colori, nella musica, nelle
risate e in quel calore speciale che senti quando qualcuno ti chiama wlidi e ti porge un meloui
caldo, solo per affetto.
E che colori! Il blu di Chefchaouen, come se il cielo fosse caduto sulla città. Il rosso di
Marrakech, forte e profondo come un tramonto. Il verde delle palme nel deserto, che
sembrano danzare con il vento e i segreti del tempo. In Marocco, anche l’aria ha una
personalità – speziata, dolce, libera e gentile.
Ma aspetta che ti parlo dell’Italia!
In Italia vado in bici tra i vigneti e i laghi. Mangio il gelato con il mio migliore amico. Gioco a
calcio nel campo da calcio con i mie amici, La vita in Italia ha il sapore delle risate, l’odore del
caffè e la bellezza dell’arte.
Tutti mi chiedono: “Gabriele, Jibril ti senti più italiano o più marocchino?” E io rispondo:
“Perché scegliere? Sono entrambi.”
Ho due lingue nel cuore, due culture nell’anima, e due case che porto sempre con me.
Dico battute che solo i miei amici di entrambi i mondi possono davvero capire.
Mi sento orgoglioso delle mie radici marocchine – delle città antiche, della forza della gente,
della luce dorata del Sahara.
E sono fiero di essere italiano , del mio spirito italiano – la bellezza, la musica, le storie, lo
stile.
A volte mi sveglio in Italia sognando il couscous di mia zia in Marocco, e a volte, in Marocco,
mi manca il suono dell’opera italiana. Ma è proprio questo che mi rende... me.
Io sono Gabriele/Jibril.
E penso di essere il ragazzo più fortunato del mondo – perché quando mi guardo allo
specchio, vedo un mosaico perfetto di due mondi meravigliosi, uniti dentro di me.
mercoledì 14 maggio 2025
FARE LA PACE
Da dove ri-partire?
9/5/2025 - INTRODUZIONE ALLA SERATA – Ulderico Signorini
Buona sera a tutti e grazie per la vostra presenza.
“LA PACE SIA CON TUTTI VOI” sono le primissime parole pronunciate appena 24 ore fa dal nuovo papa Leone XIV°
Quale migliore “squillo di tromba” per questo primo incontro su “FARE LA PACE”?
Nei mesi scorsi, come Gruppo d’Impegno Sociale e Politico, assieme all’Azione Cattolica, agli Scout ed alle Associazioni “Casa a colori” e “Non dalla guerra” abbiamo pensato di organizzare un’occasione per riflettere sulla “pace” sospinti dalle evidenti condizioni conflittuali di guerra così vicine a noi.
Una nostra riflessione ci ha portato a scoprire nella nostra realtà persone, giovani, gruppi, associazioni ed istituzioni che operano fattivamente per la pace, senza clamori, in silenzio.
Senza fare rumore, queste realtà sono realtà vive, oltre che speranza: sono segno tangibile di pace già presente tra noi, quella pace che si costruisce giorno dopo giorno ed in tutte le occasioni.
Già nella nostra presentazione all’iniziativa “FARE LA PACE” avevamo espresso questa nostra sensazione ed anche l’dea di preparare due incontri per riflettere sui fondamenti che sostengono la pace, attraverso esperienze e testimonianze.
Mentre ci accingiamo a concretizzare questa proposta, come GISP sentiamo la necessità di richiamare all’urgenza di vivificare e sostenere un rinnovato rapporto di noi cittadini con le nostre istituzioni.
Un rapporto forse smarrito. Un’opinione pubblica disorientata a causa di mille difficoltà, contraddizioni, incoerenze e criticità. Tutto ciò ha portato a non riconoscere più quelle istituzioni politiche che per anni sono state e tuttora sono simbolo e concreta affermazione dell’unità tra le persone ed i popoli, veri luoghi di incontro per individuare e definire le modalità del “fare la pace”.
Serve, ad esempio e a parere del GISP, una maggiore consapevolezza ed una conoscenza di quanto l’ONU, l’organizzazione delle Nazioni Unite, rappresenta e sta facendo nelle aree di grande difficoltà nel nostro pianeta. In paesi come l’Egitto, la Giordania ed altri paesi del Medio Oriente centinaia di migliaia di persone, con intere famiglie, sono ammassate in campi profughi provenendo dalle aree di guerra. Contingenti dell’ONU, inoltre, sono impegnati affinché gli scontri non siano ancora più disastrosi e non mietano ancora più vittime.
Occorre pensare alle radici culturali e politico-istituzionali della nostra Europa, affinché essa possa continuare ad esse valida opportunità e garanzia di pace a favore dell’intera comunità internazionale.
Bisogna guardare anche alla nostra Costituzione italiana per riscoprire quegli atteggiamenti che come cittadini ci avvicinano per essere veramente popolo-comunità.
Il nostro essere cittadini nei contesti via via più ampi assume un valore in relazione alla garanzia di buone prospettive di pace. Ed è quindi per riflettere sui “fondamentali” della pace che la testimonianza di Lorenza Zago (presidente di “Non dalla guerra”) ci potrà aiutare maggiormente a riflettere.
Suor Elena Bolognesi non ha potuto, per indisposizione; essere qui con noi stasera ma confidiamo di stabilire un contatto con lei nel corso della serata.
Le relatrici in programma
Suor Elena Bolognesi attualmente è nella comunità Sorelle del Signore di Milano ed è stata la prima donna ad entrare a Deir Mar Musa la comunità monastica fondata nel deserto siriano da Paolo Dall’Oglio, il gesuita che per 30 anni si è speso per il dialogo tra cristiani e musulmani, rapito dall’ISIS a Raqqa e mai più ritrovato.
Lorenza Zago appartiene a NON DALLA GUERRA, di cui è presidente. NON DALLA GUERRA è un’associazione giovanile indipendente che organizza campi di volontariato in Medio Oriente promuovendo percorsi di sensibilizzazione nelle scuole sui temi della guerra e delle migrazioni. Crede nell’educazione alla pace che parte dal basso, dalla società civile e dal mondo della scuola, dai giovani che hanno deciso di non lasciare posto all’indifferenza, mettendosi in gioco in prima persona.
E’ passato un terzo di secolo da quel 31 marzo 1991 che segnò l'inizio della vicina guerra tra diversi Stati federati della Repubblica di Jugoslavia. Una guerra causata da spinte nazionaliste che durò oltre dieci anni, provocando massacri, uccisioni di massa, feroci scontri e numerose vittime tra popolazioni inermi.
Nel febbraio 2022 un lungo contrasto tra Russia e Ucraina è sfociato in una vera e propria guerra militare che, nonostante vari tentativi di pervenire ad una tregua deponendo le armi, è tuttora in atto.
E così l'Europa, dopo gli avvenimenti della seconda guerra mondiale, sta ancora conoscendo la tragicità della guerra.
Tragicità ed assurdità di situazioni e conflitti armati che colpiscono popoli innocenti, coinvolti in scenari di contrasti insanabili – come quello tra Israele ed Hamas – che sembrano non finire mai. È di questi giorni la presa d’atto della cruda situazione presente in Sudan, uno dei tanti paesi d’Africa martoriati da lotte tra fazioni in armi per la conquista del potere economico e politico.
Il nostro mondo sembra essere senza speranza e così si rafforza la nostra abitudine al pensiero negativo e rassegnato…
Ma se solo volgiamo uno sguardo attento alla realtà locale, nazionale e mondiale, troviamo di fatto persone, situazioni ed iniziative che ci parlano di un altro scenario che non è solo quello della guerra, della discordia, dell'inimicizia e della violenza che abbondano nei mass media. Si tratta di persone che nel quotidiano lavorano in silenzio portando nel loro cuore l'amore per la pace e per un mondo più umano.
Non si tratta di “girarsi dall'altra parte” verso una particolare forma vuota di pacifismo: anzi, la guerra va capita e interpretata per ricercare consapevolmente la sua alternativa.
Esperienze e testimonianze di “costruzione” della pace sono innumerevoli, sia nel bel mezzo delle guerre, tra donne, uomini e bambini inermi e vittime dei conflitti, sia nel nostro contesto di vita che dalla guerra non è ancora toccato.
Tali esperienze e testimonianze sono più che speranza: sono concretezza della pace già visibile, basta cogliere l'occasione per conoscerle ed esserne coinvolti.
Per questo il GISP, in collaborazione con altre realtà associative del nostro territorio, ha promosso due incontri pubblici nelle serate di venerdì 9 e venerdì 23 maggio 2025.
Per ascoltare esperienze e testimonianze, per confrontarci sulle modalità e sulle scelte personali e comunitarie che favoriscono la pace e per credere che “Fare la pace” non è un'utopia fuori dalla realtà.