Nella serata del 23 maggio “Cercare le affinità nelle diversità”, lo scrittore e giornalista presso Radio Vaticana Filomeno Lopes, della Guinea Bisssau, ha incentrato il suo intervento sulla parola e, attraverso una modalità interattiva e di coinvolgimento con il pubblico, ha sottolineato la necessità di assumere atteggiamenti di ascolto per favorire il dialogo interpersonale e, in senso più ampio, le buone relazioni tra i popoli.
“Le Mie Due Case: Una Storia di un bambino”
Raccontata dal Bambino più fortunato del mondo
Sai cosa c’è di più bello che crescere in un paese meraviglioso? Crescere in due paesi
meravigliosi!
Io sono metà italiano, metà marocchino. E non cambierei la mia vita per niente al mondo –
nemmeno per tutta la pizza di Napoli o tutto il tè alla menta di Marocco!
La mia vita è una grande avventura piena di colori.
In Marocco quando vado in vacanza corro nei vicoli stretti dei souk che profumano di cumino,
fiori d’arancio e pane appena sfornato. Gioco con i miei cugini e ascolto mia nonna
raccontarmi storie magiche sotto le stelle. Il Marocco è vivo – nei colori, nella musica, nelle
risate e in quel calore speciale che senti quando qualcuno ti chiama wlidi e ti porge un meloui
caldo, solo per affetto.
E che colori! Il blu di Chefchaouen, come se il cielo fosse caduto sulla città. Il rosso di
Marrakech, forte e profondo come un tramonto. Il verde delle palme nel deserto, che
sembrano danzare con il vento e i segreti del tempo. In Marocco, anche l’aria ha una
personalità – speziata, dolce, libera e gentile.
Ma aspetta che ti parlo dell’Italia!
In Italia vado in bici tra i vigneti e i laghi. Mangio il gelato con il mio migliore amico. Gioco a
calcio nel campo da calcio con i mie amici, La vita in Italia ha il sapore delle risate, l’odore del
caffè e la bellezza dell’arte.
Tutti mi chiedono: “Gabriele, Jibril ti senti più italiano o più marocchino?” E io rispondo:
“Perché scegliere? Sono entrambi.”
Ho due lingue nel cuore, due culture nell’anima, e due case che porto sempre con me.
Dico battute che solo i miei amici di entrambi i mondi possono davvero capire.
Mi sento orgoglioso delle mie radici marocchine – delle città antiche, della forza della gente,
della luce dorata del Sahara.
E sono fiero di essere italiano , del mio spirito italiano – la bellezza, la musica, le storie, lo
stile.
A volte mi sveglio in Italia sognando il couscous di mia zia in Marocco, e a volte, in Marocco,
mi manca il suono dell’opera italiana. Ma è proprio questo che mi rende... me.
Io sono Gabriele/Jibril.
E penso di essere il ragazzo più fortunato del mondo – perché quando mi guardo allo
specchio, vedo un mosaico perfetto di due mondi meravigliosi, uniti dentro di me.
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