Dall'esperienza "sai cos'è la guerra? ", uno spunto significativo con "La canzone del profugo”,
(di Valerio Bonato, 3 novembre 2019)
(di Valerio Bonato, 3 novembre 2019)
La Canzone del Profugo
Finché, in Italia e in Europa e qui da noi,
non risolveremo la questione dei Profughi,
non avremo pace in Italia,
non avremo pace in Europa,
non avremo pace dentro di noi!
E i nostri figli non troveranno lavoro!
Nè ci sarà reddito di cittadinanza che tenga!
Profughi siamo!
E Profughi fummo!
E Profughi saremo!
Come lo furono i nostri Padri, 100 anni fa!
E come lo sono e lo saranno i nostri figli,
se non daremo accoglienza ai Profughi,
che ora combattono il mare, Oggi, per noi.
Questo sarà il mio pensiero oggi su in Paese,
nel durante l’apposizione di targa memoriale
del Profugato dei nostri Padri di 100 anni fa,
in occasione della Grande Guerra Mondiale
che ci ha devastato i nostri paesi, le nostre
case, i nostri campi, la nostra chiesa e ferita
perfino, al fianco destro, la nostra Madonna.
Cantavano così
quei nostri Padri nel Loro peregrinare,
nudi e crudi, per l’Italia
prima dalle parti di Gallipoli,
poi da quelle di Fermo, vicino a Loreto:
“Mille volte benedetta,
o dolcissima Maria,
benedetto il nome sia
di tuo Figlio Salvator!
O Regina del Carmelo,
ai tuoi figli dona il cielo.
Deh, proteggi o Gran Regina,
Campolongo a te prono,
ti si consacra e ti si offre in dono,
con gran fede e grande amor!
O Regina del Carmelo,
ai tuoi figli dona il Cielo!”
Questa era la Loro Canzone.
Questa è la Canzone del Profugo.
Questa è la mia canzone.
Per una vita l’ho cantata.
E mi ha aiutato. In ogni dove!
Oh, se non mi ha aiutato!
E per una vita, la canterò.
E la canterò ancora!